mercoledì 11 aprile 2007

Eraldo Pecci







Non sò se è più interessante la faccia di Civolani (già Civ) o quella di Eraldo, allora enfant prodige di un Bologna innamoratissimo di un centrocampista di nome Giacomo Bulgarelli.
Leggete le sue note biografiche qui sotto (prese dal sito Fede Rossoblù.com) e non chiederete mai più cosa vuol dire la frase Campione dentro e fuori dal campo.. Voglio aggiungere un Bologna Parma presentato dalla stampa

come la sfida Maifredi- Scala. Una serie B che vale una Champion. Eraldo fatica a rientrare ma sulla rimessa del portiere si butta in scivolata, poco fuori dell'area di rigore, e dà un assist a Marronaro che non se l'aspetta e non sfrutta. Tutto questo ad una età dove al massimo giochi a calcetto con gli amici... non porti il Bologna in serie A.
Eraldo Pecci cresce nel vivaio del Bologna e si rivela, fin dalle prime apparizioni in prima squadra, un regista dotato di grande abilità tecnica, notevole visione di gioco, acume tattico e di una spiccata personalità che lo portano a dirigere con naturalezza le operazioni in campo.
Pecci ha un carattere allegro e guascone, che lo spinge a dire battutacce a raffica durante gli allenamenti, ed in risposta ad una di queste, l'allenatore Pesaola, nel suo caratteristico accento argentino-napoletano, con un divertente gioco di parole lo definisce un "estronso".
L'esordio in serie A (a 18 anni) Eraldo lo fa addirittura contro la Juventus a Torino (insieme all'altro giovanotto di belle speranze Franco Colomba), ma è tutt'altro che intimorito. Dapprima causa il rigore per la Juve con un intervento su Bettega, poi si riscatta subendo fallo da Salvadore e procurandosi il rigore del pareggio. Oltre ad essere il protagonista dei momenti decisivi della partita, Pecci si prende anche un cartellino giallo dall'arbitro Casarin.
Eraldo risulta decisivo anche nella conquista della coppa Italia 1973/74, infilando l'ultimo e risolutivo rigore di spareggio nella finale contro il Palermo.
Il regista rossoblù nel campionato successivo scende in campo 24 volte, e le sue ottime prestazioni destano gli appetiti di mercato del Torino (all'epoca tra le squadre più importanti d'Italia). Il presidente del Bologna Conti fiuta l'affare e lo cede ai granata, dicendo (per giustificarsi coi tifosi) che Pecci, nonostante la giovane età, è affetto da un mal di schiena cronico che ne metterebbe in serio pericolo la carriera.
Ovviamente l'affermazione di Conti viene presto smentita dai fatti, visto che Eraldo è tra i protagonisti del Torino che vince il suo settimo Scudetto nel 1975/76 e milita in serie A (oltre che tra le fila granata anche con la Fiorentina, con la quale sfiora uno scudetto nel 1981/82, e il Napoli) fino al 1986, collezionando solo 6 presenze in Nazionale perchè non accetta di fare la riserva e chiede a Bearzot di non convocarlo più!
Proprio nella stagione che porterà per la prima volta il Napoli a vincere il tricolore, Pecci (dopo una lunga e laboriosa trattativa) torna nel Bologna per provare a riportarlo nella massima serie.
A 31 anni Eraldo è ancora un califfo del centrocampo ed in serie B è un giocatore che fa la differenza. Purtroppo quel Bologna non è all'altezza del suo regista e Pecci si riduce a predicare nel deserto.
La stagione successiva Pecci guida (da vero allenatore in campo) i giovani di talento voluti da Maifredi alla conquista di una trionfale promozione, innescando con i suoi lanci sapienti il gioco offensivo rossoblù e mandando in orbita il famoso calcio-champagne dell'allenatore Maifredi.
Altrettanto famosa è la paura che "Piedone" prova a salire su di un mezzo volante, che lo costringe a massacranti viaggi in auto nelle trasferte più lunghe.
In serie A il carisma e l'esperienza del capitano del Bologna sono fondamentali per evitare che il difficoltoso avvio di campionato travolga i molti giovani rossoblù all'esordio nella massima serie. Addirittura Eraldo, nonostante le 33 primavere, torna in campo 11 giorni dopo un'operazione al menisco (un record per l'epoca) ed è costantemente tra i migliori in campo del Bologna.
L'anno successivo Maifredi opta per un centrocampo più dinamico e muscolare, che non prevede la figura del regista classico, e per Pecci non c'è più posto. Al mercato autunnale viene ceduto al Vicenza (in C1) ed Eraldo accetta il trasferimento perchè l'allenatore dei biancorossi è il suo amico Romano Fogli. Dopo pochi mesi però Fogli viene esonerato e Pecci decide d'interrompere la carriera di giocatore senza nemmeno terminare la stagione.
Nel dopo calcio Pecci è anche curatore fallimentare del Bologna nel 1993 e in seguito general manager rossoblù, ma solo per pochi mesi.
Ora è un brillante volto della tv, sempre pronto con la sua simpatia a ravvivare trasmissioni e telecronache calcistiche sparando battute e freddure, a volte molto divertenti.

Nessun commento:

 
  • Google News
  • Edit-Me
  • Edit-Me
  • memorie
  • Santa-Caterina
  • Il-portico di SanLuca
  • Piazza Maggiore