lunedì 13 ottobre 2008

Gil De Ponti



Campionato 1977 - 1978, gli antichi fasti bolognesi sono solo un ricordo.
Forse la squadra risente del clima cittadino, completamente cambiato da quell' 11 marzo del 1977 in cui la polizia uccise lo studente Francesco Lo Russo.
Forse è solo la politica di cessione dei "buoni" intrapresa dal Presidente Luciano Conti e che ha portato una squadra che comunque veleggiava dignitosamente tra il V° e l' VIII° posto, a scendere fino al XII°.
Fatto stà che il pubblico è scontento.
Quell'anno arriva dal Cesena un nuovo centravanti: Gian Luca "Gil" De Ponti.
Ha fama di persona estrosa, che ama divertirsi e ballare nelle discoteche tanto che viene presto soprannominato "figlio delle stellle" dal titolo della canzone di Alan Sorrenti che và in quel periodo.
Gil De Ponti resta qui solo un anno lasciando il ricordo di sette gol, il primo dei quali fatto a San Siro all' Inter alla prima di campionato che darà al Bologna una insperata vittoria contro ogni pronostico.
Tornerà poi in città nel disastroso camionato 1982-1983.
Ma questa è una altra storia.
La storia di Gil è quella di un buon giocatore che, una volta ritiratosi gli viene diagnosticato un tumore alla testa. Da lì inizia la sua vera partita e una battaglia contro i troppi misteri e le omertà che hanno funestato l'ambiente calcistico con malattie e morti che diverse persone ritengono legate alle sostanze che si usavano in quei periodi.
In occasione della partita organizzata per uno di questi giocatori, Borgonovo, ecco le parole di Gil tratte da una intervista su Repubblica.







mercoledì 6 agosto 2008

Lo scudetto



Erano passati sei o sette anni dall' ultimo scudetto del Bologna e, non avevamo dubbi, presto ce ne sarebbe stato un altro. Era una questione di tempo, in fondo lo avevano vinto anche il Cagliari e la Fiorentina e non le solite Juventus, Inter o Milan.

Era una questione di tempo e avremmo fatto in tempo a rimanere cinni e a festeggiare i nostri eroi, esattamente come i nostri padri e i nostri fratelli maggiori festeggiarono gli eroi del 1963-64.

Di questi alcuni erano rimasti: Janich, Perani, Bulgarelli, memorie viventi e giocanti che il Bologna era stato veramente grande, grande davvero, anche se noi eravamo troppo piccoli per ricordarcelo.

Era solo una questione di tempo...


 
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