lunedì 23 aprile 2007

Tazio Roversi



Qualcuno sà dirmi per quanti anni Tazio fù indentificato come il terzino rossoblù ? 10, 100, 1.000 forse ? Non è impossibile e nemmeno improbabile perchè la sua capigliatura bionda, sempre uguale nel corso degli anni, la ricordo correre sulla fascia alla sinistra del portiere, a prendere la palla all'attaccante avversario prima che fosse troppo tardi, ad avanzare appoggiando al centrocampo o, nei momenti di patema, a buttarla là davanti alla viva il parroco. Nelle formazioni che noi cinni recitavamo meglio di qualsiasi poesia che la scuola di allora ci imponeva a memoria, cambiava l'inizio (Vavassori, Adani, Buso Battara...) , cambiava un altro fattore (Fedele, Rimbano...) ma poi c'era Roversi.
L'uomo che aveva lo stesso nome di battesimo di Nuvolari, simbolo di estro e velocità, e che però correva il giusto arrivando comunque sempre puntuale al contrasto. Roversi, punto fisso di ogni formazione di quel mitico Bologna e gemello di Cresci, altro pilastro dell'epoca e ultime barriere tra la palla e il portiere di turno.
Roversi che sembrava un tedesco, Roversi che faceva gl scherzi a noi raccatapalle durante gli allenamenti, Roversi che entrava duro sull'avversario e poi, a sorpresa, si faceva fotografare con il figlioletto in braccio.
Roversi e quando i terzini erano terzini...




 
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